La visione circolare

Il mio ruolo all’interno del percorso che svolgo per cani e persone mi colloca all’interno di un viaggio nel quale due anime unite da una forza regolata da leggi cosmiche, sperimentano delle esperienze che creano e ne strutturano il bagaglio che le accompagnerà nel ciclo dell’esistenza.

 

Tempo fa non avevo questa percezione di continuità e ciclicità, ma l’immagine nella mia mente che raffigurava un percorso cinofilo era quella che possiamo definire la classica e arcaica linea del tempo, ossia una visione appunto lineare nella quale il punto 0 (zero) era l’inizio del mio lavoro per i miei clienti (anche quest’ultimo termine non risuona più nelle mie corde).

Il punto 0 prevedeva un inquadramento e un’analisi dalla quale partire per poi arrivare ai successivi step. Il singolo individuo segue un percorso che lo porta a crescere e migliorarsi, con prove sempre diverse e nei limiti del possibile aumentandone il livello di difficoltà. Nulla di più, nulla di meno e direi nulla di sbagliato. Nel cammino che insieme si affronta il mio ruolo è quello di tendere la mano per poi lasciare camminare in autonomia nelle prove che si presentano.

Nella visione circolare invece non esiste un punto 0, un punto di partenza, perché il viaggio è già in atto. Quello che porta una persona e per diretta conseguenza il cane, all’evoluzione, è l’approcciarsi e il vivere eventi e situazioni che si muovono all’interno di questa spirale, che per attrazione semplicemente accadono e nel tempo possono riproporsi. Non ci sono step superiori o gradualmente più difficili, esiste quello che è giusto affrontare in quel momento. Spesso questo va in disaccordo con l’aspettativa che riponiamo in un percorso. Crediamo che iniziato un percorso ci debba essere un “miglioramento”. Il “miglioramento” per definizione in questo contesto è un aumento del benessere dell’individuo. Ma se sostituiamo “miglioramento” con il termine “evoluzione” la prospettiva cambia totalmente perché se per “l’evoluzione” di quell’anima sia necessario vivere quell’esperienza che non crea una diretta e immediata forma di benessere, non possiamo opporre resistenza, giudicare o averne una percezione negativa. 

In quel momento (qui e ora), per quell’anima (spirito eterno)

è necessario vivere questa situazione (esperienza di evoluzione)    

Senza giudicare che sia una regressione e un peggioramento. Dobbiamo accettare e arrenderci al flusso naturale dell’energia per comprenderne i doni che ci porta.

Non ci sono step gradualmente più difficili da superare perché non esiste giudizio e monitoraggio di un punto di crescita, guarigione e sviluppo.

Nella visione circolare, il tempo non esiste o meglio non ha ne inizio ne fine, è eterno e così l’evoluzione di un’anima.

Il mio consiglio è accettare con apertura e attraverso un approccio positivo tutto ciò che arriva, anche quello che sembra difficile da accettare. Se il percorso che abbiamo scelto risuona dentro di noi, significa che è il percorso giusto per evolvere noi stessi e il nostro compagno di viaggio.

 

6 Novembre 2018

 

Federico Bettoni